domenica 5 settembre 2010

Loris Malaguzzi - Il bambino visto come soggetto attivo e pensante.


Malaguzzi crede fermamente che ciò che i bambini apprendono non discende automaticamente da un rapporto lineare di causa-effetto tra processi di insegnamento e risultati, ma è in gran parte opera degli stessi bambini, delle loro attività e dell’impiego delle risorse di cui sono dotati.
I bambini svolgono sempre un ruolo attivo nella costruzione e nell’acquisizione del sapere e del capire. L’apprendimento è quindi sicuramente un processo auto-costruttivo.
La scuola è paragonata a un cantiere, a un laboratorio permanente in cui i processi di ricerca dei bambini e degli adulti si intrecciano in modo forte, vivendo ed evolvendosi quotidianamente.
L’obiettivo principale è quindi quello di fare una scuola amabile dove stiano bene bambini, famiglie ed insegnanti dove lo scopo dell’insegnamento non è produrre apprendimento ma produrre condizioni di apprendimento.

Malaguzzi introdusse l’atelier nella scuola: se avesse potuto avrebbe sostituito la vecchia tipologia scolastica con una scuola fatta di atelier e laboratori, luoghi dove le mani dei bambini, il fare, il pasticciare, potessero conversare con la mente.

Malaguzzi può essere considerato un “movimentista della pedagogia”: osservava quotidianamente i bambini, confrontava le proprie conoscenze e teorie con bambini veri, cioè che giocano, apprendono, lavorano e si sviluppano. Lottava per ottenere la qualificazione del lavoro pedagogico.

Diceva Malaguzzi: “…i bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare…”

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