Mutismo selettivo

Mutismo Selettivo - Nozioni utili per insegnanti e genitori.

Non molto tempo fa, questo comportamento era considerato una risposta oppositiva ad alcune situazioni sociali e quindi considerato come "persistente rifiuto" a parlare, oggi viene invece sottolineata la "costante incapacità" di parlare in situazioni ansiogene che accompagna il mutismo.
Tale incapacità viene spiegata come derivante da paura o ansia, infatti, molte ricerche (Leonard, Topol, 1993) hanno evidenziato una forte componente ansiogena nei bambini con mutismo selettivo.
Le caratteristiche principali che si riscontrano in caso di mutismo selettivo  sono:
  1. Nonostante riescano a parlare in situazioni familiari, questi bambini non riescono a parlare in contesti sociali come la scuola per almeno più di un mese.
  2. Il non parlare non dipende dal fatto che non si conosce la lingua locale.
  3. La difficoltà è riscontrabile prima dei 5 anni di età. Tipicamente con l'ingresso nella scuola materna.
I bambini con mutismo selettivo si mostrano impacciati e, se si rivolge loro la parola, reagiscono girando la testa altrove, toccandosi i capelli nervosamente, abbassando la testa e guardando per terra; spesso si nascondono, si succhiano il pollice o altre volte trovano qualcosa con cui giocare in modo solitario. E' tipica una spiccata capacità in tutti i lavori manuali.
A scuola, luogo per loro molto difficile in cui stare, sono spesso sotto la costante attenzione degli insegnanti (cosa da cui sembrerebbe che loro volessero fuggire) che cercano in tutti i modi di stimolarli a parlare (cosa per altro che cronicizza il mutismo).

Cosa fare
Attualmente si preferisce un trattamento di tipo integrato che possa rispondere alle varie esigenze del bambino.
I trattamenti che sono stati integrati sono: logopedia, terapie comportamentali, psicoanalitiche e la psicoterapia familiare o il sostegno psicologico.
Non sarebbe sbagliato prevedere degli incontri tra la figura professionale che si occupa del bambino e le mastre, per un raccordo sulla modalità di comportamento più adeguata da avere nella relazione con il bambino.
In particolare il tipo di trattamento che viene proposto è simile a quello per i disturbi di ansia, con cui si sono ottenuti molti risultati positivi.
Si possono elencare alcune tecniche, quali:
  1. Il bambino viene abituato a parlare prima quando ci sono poche persone, poi in presenza di un numero di persone sempre maggiore (desensibilizzazione);
  2. Utilizzo di tecniche di rilassamento;
  3. Essere pazienti e rispettare i tempi del bambino (le aspettative di linguaggio fanno scattare in questi bambini, molto sensibili, un'ansia ancor più paralizzante);
  4. Elogiare il bambino su tutti le sua qualità positive per aumentare la sua autostima;
  5. Coinvolgimento della scuola;
  6. Coinvolgimento dei genitori;
Cosa non fare
  1. Non forzare assolutamente il bambino a parlare (i bambini si accorgono anche di varie "strategie" messe in atto, come "fare una passeggiata con la zia preferita": esacerbano il disturbo);
  2. E' sbagliato pensare che questo disturbo sia dovuto solo a timidezza e pensare che passerà con la crescita;
  3. Non usare tecniche punitive con il risultato di un aumento dell'ansia;
  4. Non cercare di corrompere il bambino con frasi del tipo "se parli...avrai...", non si ottiene il risultato voluto e o si rischia di arrivare ad una rottura dei rapporti o al fatto che il bambino ottiene ciò che è stato promesso senza aver parlato, con il risultato di far diminuire la credibilità negli adulti.
(Fonte: Compare A., Gorla C., Molinari E., Famiglia e mutismo selettivo: aspetti relazionali e  psicopatologici, Web)

3 commenti:

  1. GRAZIE.. Per averne parlato.
    Dall'Associazione Italiana Mutismo Selettivo
    A.I.Mu.Se Onlus
    http://www.mutismoselettivoblog.net/?p=17

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  2. credo che sia un aspetto davvero importante e da non sottovalutare ne confondere con un disturbo di apprendimento. Sono bambini che vanno compresi ed aiutati a superare questa difficoltà che li porta alla chiusura in se stessi quando si trovano ad interagire con gli altri, in altri contesti come la scuola.
    Appunto, con tanta pazienza bisogna aiutarli a rafforzare la loro autostima ed incoraggiarli sempre.
    A.V.

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    Alcuni anni fa mi è capitata in classe una situazione simile. La bambina a scuola non parlava, era seguita da uno psicologo.Ha incominciato a leggere alla cattedra a fine anno. Era molto brava ... le insegnanti la elogiavamo tantissimo. Era una questione emotiva.Spero adesso tutto ok, l'ho avuta in classe solo nel suo primo anno di scuola primaria.
    (Maria Chiparo)

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