domenica 13 novembre 2011

Ecco una magnifica poesia di un grande Pedagogista: Loris Malaguzzi. Che ci fa riflettere sulla sensibilità dei bambini e sulla profondità dei loro pensieri e dei loro modi di apprendere e di quanto sia importante il ruolo educativo dell'adulto e la sua predisposizione ad ascoltare e comunicare con il bambino stesso.



Illustrazioni di Nicoletta Costa


Il bambino

è fatto di cento.

 
Il bambino ha

cento lingue


cento mani

cento pensieri

cento modi di pensare

di giocare e di parlare


cento sempre cento

modi di ascoltare

di stupire di amare

cento allegrie

per cantare e capire

 
cento mondi

da scoprire

cento mondi

da inventare

cento mondi

da sognare.


Il bambino ha

cento lingue

(e poi cento cento cento)

ma gliene rubano novantanove.

 
Gli dicono:

di pensare senza mani

di fare senza testa

di ascoltare e di non parlare

di capire senza allegrie

di amare e di stupirsi

solo a Pasqua e a Natale.

 
Gli dicono:

di scoprire il mondo che già c’è

e di cento

gliene rubano novantanove.

 
Gli dicono:

che il gioco e il lavoro

la realtà e la fantasia

la scienza e l’immaginazione

il cielo e la terra

la ragione e il sogno

sono cose

che non stanno insieme.

 
Gli dicono insomma

che il cento non c’è.

Il bambino dice:

invece il cento c’è.



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