venerdì 19 aprile 2013

L'abbraccio.

La Maternità di Klimt
Uno dei primi gesti di ogni madre è prendere il suo bambino in braccio e accoglierlo in posizione d'abbraccio, torace contro torace, pancia contro pancia. In questo modo si realizza il contatto ventrale che sembra essere la più potente forma di rassicurazione fisica per l'essere umano quando è in preda allo sconforto. Pertanto il bambino proverà per tutta la vita il bisogno di essere abbracciato ogni volta che si sentirà solo, triste o insicuro.
Secondo gli studiosi mettere ritto un neonato quando è in braccio, ha un effetto che equivale ad una "scarica elettrica". Questo mutamento se da un lato lo stimola mentalmente, nel senso che diventa più attento ai suoni e alle cose che lo circondano, dall'altro lo calma fisicamente. Se il piccolo
La Maternità di Picasso
viene preso in braccio infatti, spalancherà sicuramente gli occhi ed inizierà a guardarsi attorno da sopra la spalla della mamma. Ciò permette al bambino di percepire il mondo e di tranquillizzarsi molto facilmente. 
(N.B. Gli aspetti scientifici sono tratti da D. Stern, "Diario di un bambino").
Concludo con voi mamme questa mia citazione:  
"Com'è bello, dolce, misterioso, meraviglioso, affascinante, naturale, magico, premuroso, appagante, ammirevole, unico e intrinseco, rasserenante.. L'Istinto Materno." A.V.

mercoledì 20 marzo 2013

Da sapere per i genitori: le regole DSA per l’Esame di Stato di Terza Media

Da sapere per i genitori: le regole DSA per l’Esame di Stato conclusivo della Scuola Secondaria di primo grado (terza Media)

Esaminiamo insieme i passi della Circolare Ministeriale n. 48 del 31 maggio 2012, riguardanti gli studenti DSA. La Circolare contiene le linee guida per l’effettuazione degli Esami di Stato del I ciclo di scuola. Il documento riguardava le prove dello scorso anno scolastico, ma in attesa di novità ed aggiornamenti da parte del MIUR, iniziamo a prendere confidenza con la normativa vigente.

1. Prove scritte a carattere collegiale (Italiano, Matematica)
I candidati con Disturbi Specifici di Apprendimento possono utilizzare per le prove scritte gli strumenti compensativi previsti
dal piano didattico personalizzato (PDP) o da altra documentazione, redatta ai sensi dell’art. 5 del D.M. 12 luglio 2011.

E’ possibile prevedere alcune particolari attenzioni finalizzate a rendere sereno per questi candidati lo svolgimento dell’esame sia al momento delle prove scritte, sia in fase di colloquio. I candidati possono usufruire di dispositivi per l’ascolto dei testi della prova registrati in formato “mp3”.
Per la piena comprensione del testo delle prove scritte, la commissione può prevedere di individuare un proprio componente che possa leggere i testi delle prove scritte. Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma.
Può essere consentito l’utilizzo di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti utili nello svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.

2. Prova scritta a carattere nazionale (Prova INVALSI)
L’allegato tecnico riguardante le Prove nazionali Invalsi, in merito alle modalità di svolgimento per i DSA, indica: “In presenza di candidati con DSA aventi l’esigenza di una versione informatizzata della prova nazionale, il capo di Istituto ne fa richiesta all’INVALSI entro il 6 giugno 2012”.
Non vi sono altre indicazioni specifiche per gli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Non è chiaro, cioè, se invece si possano effettuare le prove cartacee seguendo gli stessi criteri validi per le prove scritte citate nel paragrafo precedente. La nota Invalsi rimanda a tal proposito alla “normativa vigente”, che appunto nulla specifica…. Meglio dunque rivolgersi per chiarimenti al Dirigente scolastico: questa figura potrà spigare ai genitori le scelte operate dall’Istituto in tal senso.

3. Prove scritte delle lingue straniere
L’insegnamento della seconda lingua comunitaria, giunto ormai a sistema in modo generalizzato e consolidato, è oggetto di autonoma valutazione mediante l’effettuazione di prova scritta.
 Le commissioni d’esame, nella loro funzione organizzativa, possono stabilire se svolgere le due prove scritte per le lingue comunitarie in un unico giorno o in due giorni distinti, ferma restando l’opportunità che tali prove si svolgano separatamente e siano oggetto di autonoma valutazione.
La necessità di adottare su tutto il territorio nazionale criteri di valutazione omogenei è del resto richiesta dal D.P.R. n. 122/2009, che ha introdotto nuove modalità di valutazione anche con riferimento all’esito dell’esame conclusivo del primo ciclo.
Resta fermo che quanto sopra indicato non riguarda le situazioni di quegli studenti che si avvalgano delle ore di seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua inglese o per il potenziamento della lingua italiana. In tal caso, ovviamente, la seconda lingua comunitaria non è oggetto di prova di esame.
I candidati con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) che, ai sensi dell’art. 6, comma 6, del DM 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate al solo rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 323/1998. Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate va indicato unicamente nell’attestazione e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto.


INVECE

Per i candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la commissione sottopone i candidati medesimi a prova orale sostitutiva delle prove scritte. La commissione, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale sostitutiva, che ha luogo nei giorni destinati allo svolgimento delle prove scritte di lingua straniera, al termine delle stesse, o in un giorno successivo, purché compatibile con il calendario delle prove orali.


4. Il colloquio pluridisciplinare
La circolare non specifica nulla riguardo alla possibilità per gli studenti DSA di portare al colloquio le loro mappe mentali ed altri strumenti che servano a richiamare i contenuti delle discipline studiate. Spesso accade che gli insegnanti consentano in realtà la presentazione di una sorta di “tesina” multidisciplinare, anziché effettuare un’interrogazione “a tappeto”. Vale dunque la pena consultare con largo anticipo (verso l’inizio del secondo Quadrimestre), il parere dell’insegnante coordinatore di classe in merito a questa opportunità.

Fonte:  www.tuttodsa.it
 

sabato 9 febbraio 2013

Poesia

Una breve poesia per far comprendere con semplicità cos'è la dislessia e cosa prova un bambino dislessico. Purtroppo la dislessia è subdola e proprio per questo se non si osserva il bambino non si riesce a capire e ad aiutarlo e soltanto lui ne pagherà le conseguenze.

                                                               Non capisco il perchè,
                    gli altri bimbi come me,
                    riescono ad imparare,
                    mentre io non lo so fare.
                    Non capisco il perchè,
                    leggere non so anche se,
                    ci provo e mi vergogno,
                    delle loro risa non ho bisogno.
                    Non capisco il perchè,
                    non so quanto fa 3x3,
                    i numeri si vanno a scambiare,
                    io li vedo contenti ballare.
                    Non capisco il perchè,
                    soluzione non c'è,
                    non so proprio cosa sia,
                    so solo che si chiama "DISLESSIA"

venerdì 25 gennaio 2013

Conoscere i DSA - Campanelli d'allarme


Vi sono alcuni elementi che sia un genitore, sia un insegnante, possono osservare a partire dalla prima elementare.
1. Lettura e scrittura:
  •  il bambino, dalla fine della prima elementare in poi, mostra di non riuscire a leggere in maniera fluente, di fare fatica a mettere insieme le sillabe delle parole; 
  • può anche leggere abbastanza bene ma molto lentamente, oppure non comprende ciò che legge, o ancora legge in modo forzato, con esitazioni e difficoltà.
  •  Per quanto riguarda la scrittura, può succedere che il bambino non riesca a scrivere in corsivo, nemmeno lentamente, oppure che scriva ma non riesca ad ottenere un buon risultato estetico o addirittura che la scrittura in corsivo sia poco leggibile. 
  • In alcuni casi può accadere che il bambino scriva in modo chiaro e leggibile ma con molta fatica, manifestando dolore alle mani ed ai polsi e procedendo molto lentamente.

2. Calcolo e geometria
  • Il bambino, dalla fine della prima elmentare, non riesce a scrivere i numeri da uno a dieci in ordine; 
  • In seguito non riuscirà ad incolonnare i numeri, e fatica a leggere e scrivere i numeri oltre il centinaio. Il bambino, entro la quinta elementare;
  •  esegue con fatica le divisioni e le moltiplicazioni, non riesce ad eseguire il calcolo  mentale oppure lo esegue molto lentamente.
  • Riguardo la geometria, il bambino fatica a ricordare i tipi di angolo, i tipi di triangolo, le caratteristiche delle figure
Tali difficoltà descritte possono presentarsi in maniera isolata o associate le une alle altre e possono essere spie di una discalculia ma anche di dislessia, oltre che di disturbo visuo spaziale.

3. Atteggiamenti. Il bambino, entro gli anni della scuola elementare e in proporzione alla sua età, fatica ad acquisire autonomia nel ricordare gli impegni scolastici, fatica a tenere aggiornato il diario, fatica a tenere in ordine il materiale scolastico e riporta spesso dimenticanze. In classe sembra distrarsi facilmente, oppure appare molto stanco ed “evita” alcune situazioni di apprendimento, come la lettura ad alta voce, l’esposizione alla classe di lavori individuali o di gruppo.
A volte questi bambini sembrano svogliati e disfattisti, ma spesso si tratta di un atteggiamento dovuto al senso di inadeguatezza di fronte alla richiesta scolastica ed al confronto con i compagni. 

Fase Prima e Dopo..
Foto dal Web

mercoledì 16 gennaio 2013

Mappe Concettuali - Informazioni utili


Le Mappe Concettuali sono utilissime per permettere ai ragazzi con disturbi specifici dell'apprendimento di poter studiare senza enormi difficolta riducendo all'essenziale i vari argomenti delle materie di studio. 

Un sito molto utile dal quale si possono ricavare diverse mappe concettuali è: http://tuttiabordo-dislessia.blogspot.it basta cliccare sui titoli delle varie etichette o semplicemente scrivere sullo spazio di ricerca del blog "mappe concettuali" e vi apparirà una lista di mappe utili per la scuola.

Un altro sito molto importante è: www.pavonerisorse.it dal quale ricavare diverse spiegazioni in merito alla realizzazione di una mappa concettuale.

Concludo citanto una frase molto bella di Daniel Pennac da "Diario di scuola"
"Si possono, si devono salvare dal “coma scolastico” quei ragazzi che cadono tramortiti come povere rondini contro la barriera della lettura e della scrittura"

sabato 2 giugno 2012

Le sette regole d'oro per educare i bambini

1. Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
 2. Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
 3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
 4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
 5. Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
 6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
 7. Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.

GIOVANNI BOLLEA, neuropsichiatra infantile

giovedì 9 febbraio 2012

La nanna e il bambino.

Il sonno è un momento per riposare ma fondamentale per recuperare energie, e soprattutto nell'infanzia non va mai forzato è un bisogno fisiologico spontaneo e naturale. 
Non è consigliabile far dormire il bambino fino a tardi tutte le mattine, le 9 circa potrebbe essere un buon'orario, cosi il bambino ha tutto il tempo per giocare, finchè non arriva la pappa. Inoltre è comprensibile che i genitori vogliano tenere la culla nella loro stanza da letto ma è bene pensare che qualche mese prima del compimento del primo anno d'età, bisogna spostare la culla del bambino nella sua cameretta in modo che lui si abitui sin da piccolo a dormire nel suo letto. 
Un'altra cosa importante da considerare è che crescendo spesso i bambini cercano il lettone dei genitori per la nanna, oppure accade anche che durante la notte corrino a rifugiarsi in "mezzo" a mamma e papà. Ecco, in questo caso abbiate molta pazienza e dategli tempo, in che modo: 
E' bene addormentare il bambino ogni sera nel suo letto con voi al suo fianco, magari leggendogli una favola o anche cantando una ninna nanna;
Di giorno è utile trascorrere più tempo nella sua stanza, giocando con lui o raccontandogli delle storie;
Se durante la notte si sveglia, abbiate forza e pazienza e riaccompagnatelo nel suo letto, standogli vicino finchè non si addormenta;
Fategli scegliere un "compagno" per la notte, il suo peluche preferito ad esempio che di solito diventa il suo oggetto transizionale che lo conforta e lo rassicura nei momenti della vostra assenza, potreste anche lasciargli una luce soffusa per la notte.
Infine E' molto importante che i bambini rispettino sempre lo stesso orario per andare a nanna ed entrambi gli adulti che si occupano del bambino devono adottare gli stessi metodi per addormentarlo, questo crea sicurezza per il piccolo.